Eri lì, appoggiata allo stipite della porta, con le braccia conserte ed i piedi intrecciati. Sorridevi e muovevi la testa con la felicità di una bimba. Ma quando l’hai sollevata dolcemente nella torsione, ho visto il tuo lungo collo che avrei voluto…
Ero leggera come la tua nuvola poi venni appesantita dal dolore la musica del tuo palcoscenico diventò un ringhio feroce. Non ti voglio parlare delle mie pene umane ma delle pene disumane di coloro che odiano, che odiano l’arte e…