“Lente da francobolli”: una poesia di Erri De Luca


Una meravigliosa poesia di Erri De Luca suo valore della vita.

Nessuno di noi è passato sulla faccia della terra
senza il pensiero di buttarsi via, una volta almeno.
Davanti a un parapetto alcuni lo hanno scavalcato.
A chi si accosterà di nuovo al bordo, lascio una proposta,
una piccola tecnica per convincersi meglio, a proseguire o a tirarsi indietro.
Prendi una lente d’ingrandimento, una da francobolli.
Scrutati la pelle, i peli diventati aghi di pino, soffiaci sopra,
tu sei il vento e il suolo, sono tuoi, ma pure di se stessi.
La ferita di ieri si è rimarginata, un rammendo rosa
di notte ha sigillato la sortita del sangue.
Poi guardati il piede, il tendine specialista di equilibrio, di cammino,
in salita più bravo del cavallo.
Dove frughi, trovi un dettaglio che brulica di mosse proprie e indipendenti.
Non sei il loro signore, tu sei il campo.
Non sei il padrone, ma l’ultimo inquilino.
Fatti prestare lo stetoscopio, appoggiatelo addosso,
meglio che dentro la conchiglia senti il mare chiuso,
le valvole del cuore sono branchie di pesce,
senti il tuffo dell’aria nel sacco dei polmoni, l’ossigeno che s’incarna al sangue.
Lo saprà fare bene il corpo, di morire, non ti devi commuovere per questo,
però ti devi accorgere in margine a te stesso , di una croste terrestre a immagine del mondo.
I pori sono stelle e pozzi, la pelle è nebulosa e prateria, l’unghia è un deserto,
la ruga è il gran canyon, l’ombelico è un vulcano e tu sei una geografia.
Di qua o di là del parapetto: il salto sarà più grande ora.
Così stanno le cose e noi siamo più piccoli di loro.

Erri De Luca