“Io esisto”: il bellissimo brano di Anna Maria Ortese


Sono aliena, sono impresentabile.
Sono esigente col mondo e così preferisco non parlare. Scrivo.
Il mondo? Il mondo è una forza ignota, tremenda, brutale.
Le creature belle che pure ci sono, noi le conosciamo poco, troppo poco.
Il male vero è il denaro. Il male è il freddo che esso provoca; se oggi ci fosse più calore, non ci sarebbe tutto questo male.
Prima gli uomini avevano a disposizione elementi favolosi di realtà, oggi hanno voluto perderli.
Una volta delle persone in cenci potevano sembrare vestite di tutto lo splendore della terra.
Io ho avuto il vantaggio di una famiglia che mi lasciava libera di camminare e di leggere: sono state queste due possibilità a formarmi.
Io sono stanca di vedere ricchi, gente che spende troppo per vestire, che vive nell’imitazione di gente ancor più ricca. L’oro, il denaro, hanno tutto questo spazio.
Il desiderio è diventato il veleno. Nessuno consiglia il distacco.
Siamo una famiglia, dobbiamo assumerci le responsabilità di una famiglia. Chi soffre deve essere aiutato subito.
Dove questo non avviene, non posso considerarlo il mio mondo. Siamo coinvolti non per una nostra colpa, ma come membri di una famiglia.
Per salvare il mondo c’è bisogno della nostra responsabilità, per salvare noi stessi dobbiamo responsabilizzarci verso il mondo.
I libri che scrivo sono ferite dell’anima.
L’ostrica costruisce perle vere, io forse no, le mie sono forse perle false. Però questo so fare.
La perla è la malattia dell’ostrica. Scrivere è una malattia; mi costano molto queste cose luccicanti che cerco di costruire.
Mi sembra di venire dal fondo delle tenebre, però sì, ho avuto il piacere di fare qualche cosa, di poter dire: io esisto.

Anna Maria Ortese