“Vogl’essere ospite fisso delle tue labbra”: una poesia di Guido Catalano


Vogl’essere ospite fisso delle tue labbra
vederti svegliare
guardarti dormire
ed eventualmente se credi
fare anche all’amore
per tutta la notte
e tutto il mattino
si pranza
e dopo
ancora
e di nuovo
scopiamo
facciamo
che la fine del mondo
è vicina
sbarriamo la porta
facciamo che l’orda
di zombi ha invaso le strade
li vedi strisciare tra il fumo e le fiamme?
non fare rumore
coperti da queste coperte
nessuno può farci del male.
Facciamo che valga la pena
di dirci di farci e baciarci
in questo tempo di zombi.
In questo tempo di zombi
ogni volta
è come fosse
l’ultima volta.

Facciamo che l’ultima volta
diventi penultima
e indietro così
fino ad arrivare alla prima
quando mi guardavi
con quegl’occhi ridenti che tieni.

Ti dirò che mi stai a cuore
chiederai, e gli altri organi?
a tutti gli organi mi stai.

E intanto che fuori
l’apocalisse
pompa a manetta
saremo ancora capaci
di ridere assieme.

Guido Catalano