“Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”: una poesia di Cristina Torre Cáceres

Una poesia attribuita all’attivista peruviana Cristina Torres Cáceres contro la violenza sulle donne. 

Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.
Se non ti dico che vengo a cena. Se domani, non vedi arrivare il taxi.
Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in una borsa nera.
Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia.
Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata.
Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata.
Mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata.
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato, che erano i miei vestiti, l’alcool nel sangue.
Ti diranno che era giusto, che ero da sola.
Che il mio ex psicopatico avesse delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana.
Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria.
Lo giuro, mamma, sono morta combattendo.
Lo giuro, mia cara mamma, ho urlato forte così come volavo alto.
Lui si ricorderà di me, mamma, saprà che sono stata io a rovinarlo quando avrà di fronte il volto di tutte quelle che urleranno il mio nome.
Perchè lo so, mamma, non ti fermerai.
Però, te lo chiedo per quello che ami di più al mondo, non trattenere mia sorella.
Non rinchiudere le mie cugine, non privare di nulla le tue nipoti.
Non è colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia.
Sono loro, saranno sempre loro.
Combatti per le loro ali, quelle ali che mi sono state strappate.
Combatti per loro, che possano essere libere di volare più in alto di me.
Combatti perché urlino più forte di me.
Possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.
Mamma, non piangere le mie ceneri.
Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto.

Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.

Cristina Torre Cáceres