In fede mia, non ti amo con gli occhi,
che sempre vedono in te mille difetti, ma
con questo cuore che ama le cose che essi disprezzano,
e che malgrado la vista è felice di renderti omaggio.
Il tuo tono di voce non giunge gradito al mio orecchio:
né la dolcezza del tatto, incline a carezze lascive,
né il gusto né l’olfatto hanno alcun desiderio di essere
invitati a un festino dei sensi soltanto insieme a te;
eppure le mie cinque facoltà, i miei sensi non sanno
impedire al mio stupido cuore di esserti schiavo,
di te che lasci intatta un’apparenza d’uomo
destinato a servire il tuo cuore orgoglioso,
e a rimanerti misero vassallo: per questo ora considero
il mio tormento l’unico guadagno, se lei che mi spinge
verso il peccato mi infligge anche la pena.
William Shakespeare