“Fragile come un cristallo”: la bellissima citazione di Franco Coletti


– Oggi ti spiegherò perché devi essere fragile come un cristallo.-
– Non rischierò così di andare in mille pezzi?-
– Sì. Ma tutto è un rischio. Anche incominciare a vivere.-
– Capisco. La alternativa sarebbe di rinunciarvi.-
– Sì. Chi non vive non rischia niente. Però è morto.-
– Ma perché proprio hai nominato il cristallo?-
– Perché è trasparente, lascia passare la luce, ne distilla i riflessi.-
– La trattiene pure, no?-
– Sì, la fa sua. Ed è bellissimo.-
– Non avviene lo stesso anche con il vetro più spesso, con il plexiglas infrangibile?-
– Sì, ma non è la stessa cosa. L’effetto della luce sul cristallo è unico.-
– Sembrerebbe proprio che tu mi imponga di diventare vulnerabile.-
– No. La vulnerabilità non è uno scopo, ma soltanto un effetto collaterale. Io ti impongo di diventare cristallo. Di filtrare la luce come un cristallo.-
– Si deve proprio diventare deboli?-
– No. Non ho detto questo. Confondi, come fanno molti, la fragilità con la debolezza, la vulnerabilità con l’inevitabile ferita. La delicatezza con uno stato di costante pericolo.-
– Potrebbe diventare un pericolo reale, però.-
– Torniamo al discorso iniziale: per paura di un possibile pericolo, si rinuncia a vivere. Cosa c’è di tanto terribile? Cosa può accaderti nella peggiore delle situazioni?-
– Morire.-
– Dunque, vorresti essere già morto per non rischiare di morire. Dobbiamo parlare un momento di questo. Io sono la tua morte. Come scrisse Pavese, verrà la morte e avrà i miei occhi. Ne parli sempre.-
– I tuoi occhi. Sì, screziati d’oro. È vero: ci sono annegato dentro.-
– Volevo dire una cosa diversa. Non intendevo far uso di metafore, di immagini figurate.-
– Vuoi dire che sei realmente la mia morte? La mia assassina?-
– Sì. Sono la tua assassina. Uccido quello di te che deve morire per lasciare spazio a una altra vita, a una diversa dimensione.-
– Non è quello che Accade ogni giorno? Muore sempre qualcosa perché si possa cambiare.-
– Sì. Baciami i piedi perché sono come quelli di Shiva: piedi delicatamente tinti di blu come la notte, che calpestano i fiori danzando, in modo da consentire alla nuova fioritura di crescere e maturare. Sempre si uccide qualcosa.-
– Per questo si dice: morire d’ amore?-
– Sì. Chi ama perde ciò che era prima, diventa un altro. Chi appartiene non possiede. Chi si arrende vince. Chi muore può rinascere.-
– Ma un cristallo infranto non si può rimettere insieme.-
– No. Diventa migliaia di frammenti di luce. Moltiplica la luce tante volte quanti pezzi è diventato. Non svanisce nel nulla. Diventa semplicemente un tutto maggiore.-

Franco Coletti