“Ho imparato a non forzare”: una poesia di Gio Evan


Ho imparato a non forzare, a non forzare più niente.
Non solo con le persone, con tutto.
Prima forzavo, e ottenevo, ero forte. Adesso cedo, lascio, mollo la presa. Con l’età ci si ammorbidisce, merito anche del vento che si prende in faccia, leviga e smussa.
Sono cresciuto con l’idea che arrendersi significa perdere e abbandonare significa fallire.
Io ho spesso sperimentato il contrario, a volte vinco solo quando pratico l’abbandono.
Quando mi abbandono a me stesso e lascio che le altre cose facciano altro altrove.
Quando abbandono la postazione a cui sono abituato, quando abbandono il comfort per cercarmi in nuove prospettive, qualche nuova idea, o un pezzetto di anima che avevo incastrato in un punto cieco.
Ho scoperto che sono uno che vince soprattuto quando si arrende.
Quando mi arrendo alla vita e lascio che sia lei a condurmi, noto che il mio ego smette di intralciare le sue intuzioni. Fluisco meglio.
Quando mi arrendo alla verità
scopro che le bugie che ho raccontato a me stesso per alleviare dolori insopportabili causavano più dolori di quanto ne portasse la verità. Ho capito che la verità fa male, ma la menzogna non si rimargina mai.
Ho imparato a non forzare, a non forzare più niente.
Adesso lascio che le cose si lascino per corso naturale, lascio che le persone mi lascino, lascio lasciarmi. Non forzo più, non mi metto più in mezzo.
Non forzo un amore, ognuno è libero di scappare via dai miei battiti cardiaci buoni, non forzo più un brindisi, tutte le feste possono benissimo alzare i calici lontane dai miei auguri.
Non forzo più, non forzo più niente,
adesso scorro, segni particolari:
fiume.

Gio Evan