“Carattere”: la splendida poesia di Vincenzo Cardarelli

foto Laurence Winram

Vivo di sogni
e di speranze pazze.
Nella mia libertà come sepolto
vedo passare i giorni
sempre nuovi per me,
sempre diversi.
Giorni ch’io vivo e perdo
come chi si costringe in oscura caverna
a castigar la sua brama di luce.
Poi, per le strade uscendo
sul crepuscolo
lo incalza il disperato desiderio
di rincorrer quell’ora che gli sfugge.
Sempre avrò amore al mondo
e brevi gioie,
e noie e disgrazie
mai mi parranno meno precarie e meno tollerabili
ché non c’è nulla di continuo e certo nella mia vita
fuorché il vario inganno della fortuna
e le malìe del tempo.
Non son felice e nemmen cerco d’esserlo.
A me lamenti, queruli rampogne e funzioni soverchie non s’addicono
e nelle pene estreme aridi ho gli occhi.
Mi chiude dello sdegno un dio la bocca.
Il non potere e il non volere insieme
fanno un tale groviglio entro il mio petto
come le radici di una vecchia pianta
che non crolla per impeto di vento
e solo il fulmine potrà schiantare.

Vincenzo Cardarelli