Andrew Solomon: ‘Cari figli, sono gay e vi ho voluto’. La commovente lettera dello scrittore

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Cari George, Blaine, Lucy e Oliver,
in questa lettera che vi scrivo voglio parlare di amore incondizionato e del modo nel quale tento di amarvi ogni giorno.
Credo che amare e accettare non siano la stessa cosa.
L’amore è idealmente presente dal momento in cui un bambino nasce e, anche se abbiamo tutti sentito di comportamenti orribili di certi genitori, nella mia esperienza la maggior parte delle persone ama i propri figli.
Vi ho amato tutti dal momento in cui siete nati e così farò finché vivrò.

Diversamente dall’amare, che è un concetto vasto e vario, accettare è più complesso.
Accettare richiede tempo ed esige che si riconosca l’altro per quello che è.
Questo è l’elemento che deve entrare in gioco perché l’amore sia incondizionato.

Quando ero bambino, mia madre era solita dirmi: «L’amore per i propri figli è un sentimento unico al mondo, e finché non si hanno dei figli non si sa quello che si prova».
Da bambino questo era per me il più grande complimento al mondo: significava che allevare mio fratello e me era stata la grande gioia della sua vita.
Diventando adolescente, quelle stesse parole cominciarono a innervosirmi.
Riflettevo sul fatto che forse ero omosessuale e che se quindi non avessi avuto dei figli mi sarei perso una delle più grandi esperienze della vita.
Superati i vent’anni e dopo aver dichiarato il mio essere omosessuale, sentire mia madre ripetere quelle parole mi faceva infuriare.
Le dissi che sapendo che ero omosessuale e che la mia strada non prevedeva i figli, quel punto di vista avrebbe dovuto tenerlo per sé.
Ma lei continuò a dire che «l’amore per i figli è un sentimento unico al mondo, e che finché non si hanno dei figli non si sa quello che si prova».

Per i miei genitori non fu facile affrontare il mio essere omosessuale e in quel tempo vissi la loro difficoltà come una mancanza di amore.
Ora che sono più vecchio e più saggio, so che mi hanno sempre amato e che ciò che stavano tentando di acquisire era la capacità di accettare.
Richiedeva più tempo, ma ci arrivarono e non gli ci volle troppo.
Fu un periodo difficile per tutti – difficile per i miei genitori, per il dolore che causava loro il mio modo di essere, e difficile per me, perché sentire di non avere il sostegno dei propri genitori è tragico in un senso molto profondo.

Tutti voi quattro figli siete un miracolo e tenterò con tutte le mie forze di non commettere errori.
Ma tutti i genitori commettono errori.
I miei genitori fecero del loro meglio, ma anche così le cose non furono perfette.
Non mi metterò qui a rivedere gli errori dei miei genitori, ma in un certo senso, da loro ho imparato a essere il padre di cui avrei avuto bisogno e ciò che devo sapere adesso è come essere un padre per voi.
Commetterò quindi degli errori.
Vorrei davvero conoscerli in anticipo e poter fare qualcosa per evitarli.
Indubbiamente voi desidererete lo stesso.

Essere genitore vuole dire cambiare i propri figli e apprezzarli.
Noi li cambiamo in mille modi diversi e non farlo sarebbe una negligenza.
Insegniamo loro a lavarsi i denti, diamo loro un’istruzione, tentiamo di instillare in loro dei principi morali fondamentali.

Al tempo stesso, tentiamo di vederli e di apprezzarli per quello che sono, per costruire quella ego-resilienza necessaria perché il loro attaccamento sia solido e abbiano da adulti fiducia in se stessi.
Mentre alcune cose ovviamente devono cambiare e altre ovviamente devono essere lodate, buona parte degli altri aspetti resta in un grigio territorio di mezzo.
I miei genitori non avrebbero dovuto tentare di cambiare il mio essere omosessuale; avrebbero dovuto apprezzarlo.
Ma non lo sapevano.

Spero che io vi cambierò per quegli aspetti che richiedono di essere cambiati e non per quelli che devono essere apprezzati.
E spero di avere la saggezza per capire la differenza il più delle volte.

Sono stato convinto a lungo che l’amore incondizionato, capace com’è di accettare e di apprezzare, fosse l’atteggiamento neutro, e in un certo senso lo è.
Io ho capito invece grazie a ciascuno di voi che cosa vuol dire essere orgogliosi e quanto mi identifico con i vostri singoli successi.
Oliver e Lucy, ho visto che vi aiutate reciprocamente e questo mi ha commosso; ho assistito ai vostri spettacoli di danza e sono rimasto a bocca aperta vedendo ciò che voi sapete fare e io no.
Blaine, sei una piccola bambina dolce, ma con una presenza forte, e mi fai ridere di frequente.
Amo il tuo mondo immaginario con Sam il serpente.
Sembra che tu cammini sempre nella luce.
E, George, non mi sono mai sentito tanto orgoglioso come quando ti sei messo in piedi al mio cinquantesimo compleanno di fronte a tutti quegli adulti per dire: «Sono felice che sia il compleanno del mio papà; sono felice che tutti mangeremo la torta; e, papà, se tu fossi bambino sarei un tuo amico».
Spero che l’orgoglio che provo per te non contenga anche l’opposto, in altre parole, che io non arrivi mai a provare vergogna per aver sfumato la linea che passa tra le vostre vite e la mia.

So però che ciò che voi siete condiziona ciò che io sono.
Quando si diventa padre, si hanno due nuove relazioni: una con il bambino e una con la propria identità di genitore.
Nella mia ricerca ho scoperto che alcuni uomini adorano il bambino ma non si trovano per niente a proprio agio nel ruolo di padre; altri assumono questo ruolo in maniera naturale ma curiosamente restano distaccati dal bambino.
L’amore incondizionato esige che si trovi pace con tutti e due, il bambino e l’identità di genitore.
Questo è, immagino, per me l’aspetto più importante dell’amore incondizionato: i propri figli diventano la propria identità, che lo si voglia o no.

Amore incondizionato significa non solo che si amano i propri figli, ma anche che si permette loro di cambiarci.
Fatemi sapere se mi atterrò al mio vecchio punto di vista tanto rigidamente da non accogliere quello che voi mi offrite.
Ci sono giorni in cui mi è difficile convincermi che le mie precedenti identità sono diventate obsolete, ma in generale adoro essere padre, e in particolare adoro essere vostro padre.

Non solo vi amo incondizionatamente, ma in più mi piacete moltissimo.
Siete tutti delle persone gentili, di quelle che rendono il mondo un posto migliore e più interessante.

So che la maggior parte delle persone ama i propri figli, anche se visti dall’esterno i loro figli non sembrano tanto amabili.
Ma io vi amo e sono veramente convinto che risponderete a ogni granello di affetto o di lodi che io sarò in grado di darvi.
Si scopre così che mia madre aveva ragione.
L’amore per i propri figli è unico al mondo e finché e non si hanno dei figli non si sa quello che si prova.
Ora che lo so, è la gioia della mia vita.

Con tutto il mio amore papà

traduzione di Guiomar Parada

Andrew Solomon
Espresso – Quattordici lettere d’autore per il 2014